PINO DI LUCCIO S.I., Introduzione
PAPA FRANCESCO, Incontro con la comunità accademica della Pontificia Università Gregoriana (5 novembre 2024)
Questo testo è un discorso di Papa Francesco rivolto alla comunità accademica della Pontificia Università Gregoriana, tenuto il 5 novembre 2024. In questo intervento, il Papa riflette sull’importanza della missione educativa e spirituale dell’università, sottolineando la necessità di una formazione che vada oltre l’intellettualismo e abbracci una dimensione più umana e caritatevole.
I temi principali toccati dal Santo Padre sono:
• L’integrazione delle varie Missioni nella Gregoriana, enfatizzando che essa non deve essere solo una ristrutturazione amministrativa, bensì rappresenta un’opportunità per rinnovare la missione educativa nel contesto attuale.
• L’importanza del “cuore” nelle relazioni educative, evidenziando che l’insegnamento deve essere un atto di misericordia e cura, piuttosto che un mero trasferimento di conoscenze.
• La critica verso un approccio puramente efficientista che trascura la spiritualità e la missione, mettendo in guardia contro il rischio di una “coca-colizzazione” della ricerca e dell’insegnamento.
• La necessità di un’educazione che accolga tutti, specialmente i più poveri, e che promuova una cultura dell’incontro piuttosto che dello scarto.
• L’invito a riflettere su come l’università possa affrontare le sfide contemporanee, incluso l’impatto dell’intelligenza artificiale, mantenendo sempre al centro la dignità umana e la gratuità nelle relazioni.
Papa Francesco esorta la comunità accademica a riscoprire il valore della missione educativa come strumento di amore e servizio, invitando tutti a camminare insieme verso un futuro di speranza e solidarietà.
PEDRO R. RODRÍGUEZ LÓPEZ S.I., “Saber los unos de los otros” Un acercamiento a la encuesta realizada por el P. Jerónimo Nadal a los jesuitas de su tiempo
L’articolo analizza una importante indagine condotta dal gesuita Jerónimo Nadal tra il 1561 e il 1567, rivolta a diverse comunità gesuitiche in Europa. L’obiettivo principale è quello di esaminare le domande e le risposte raccolte, per comprendere come si stesse formando la Compagnia di Gesù nei suoi primi anni e quale fosse il profilo dei membri interessati a seguire lo stile di vita del fondatore, Ignazio di Loyola.
Attraverso un questionario composto da 133 domande, Nadal ha cercato di conoscere meglio i membri della Compagnia, evidenziando l’importanza delle relazioni interpersonali all’interno dell’ordine. Le risposte, conservate nell’Archivio Romano della Compagnia di Gesù, offrono una preziosa testimonianza sulla vita e le esperienze dei gesuiti dell’epoca, contribuendo a delineare la storia e l’evoluzione della Compagnia.
L’articolo sottolinea anche il ruolo cruciale di Nadal come mediatore e promotore del carisma fondazionale, evidenziando la sua capacità di unire le diverse generazioni di gesuiti e di trasmettere i valori essenziali della Compagnia. La ricerca si propone non solo di presentare i risultati dell’indagine, ma anche di offrire una chiave di lettura per comprendere meglio la storia della Compagnia di Gesù e il significato delle sue pratiche spirituali e comunitarie.
JOSÉ CARLOS COUPEAU S.I., Miguel Lop Sebastiá (1929-2023): traductor y especialista ignaciano
Miguel Lop Sebastiá (1929-2023) è stato un importante traduttore e specialista della spiritualità ignaziana, la cui vita e opera hanno lasciato un’impronta duratura. Nato a Morella, Castellón, si trasferì a Barcellona con la sua famiglia, dove sviluppò una passione per la musica e la religione. Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1944, dopo un periodo di formazione in diverse località, ottenne un dottorato in teologia ascetica e mistica. La sua carriera si distinse per le traduzioni di opere significative legate alla storia gesuita, inclusi scritti di figure come Pedro de Ribadeneira e Alfonso Salmerón.
Miguel ha svolto un ministero pastorale attivo, combinando il lavoro nella chiesa con ruoli educativi e amministrativi. Ha dedicato particolare attenzione alla cura del fratello José María, un gesuita missionario gravemente infortunato. La sua vita è stata caratterizzata da una rigorosa etica del lavoro e una dedizione all’educazione e alla celebrazione dell’Eucaristia, che considerava centrale nella sua vocazione. Conosciuto per la sua precisione e capacità organizzativa, ha anche contribuito significativamente all’editoria della provincia gesuita.
La sua eredità è testimoniata non solo dalle pubblicazioni ma anche dall’affetto di coloro che lo hanno conosciuto, che ricordano la sua energia contagiosa e il suo impegno instancabile nel servizio alla comunità. Miguel ha lasciato un segno indelebile nel panorama religioso e culturale, rappresentando un esempio di dedizione e passione per la fede ignaziana.
CHRISTOPHER STAAB S.I., “Watching, Noticing, and Contemplating” (Exercises 115): Learning from Ignatius of Loyola’s Experience of Women in the Church
Il documento esplora il ruolo significativo delle donne nella spiritualità e nell’ecclesiologia di Ignazio di Loyola attraverso tre episodi chiave della sua vita, come riportato nella sua Autobiografia. Nonostante la tendenza del testo a silenziare l’importanza delle donne, l’autore sottolinea come queste figure abbiano esercitato un’influenza spirituale e apostolica su Ignazio.
Il primo episodio riguarda un incontro con una “serva di Dio”, che ha avuto un impatto profondo sulla sua vita spirituale. Staab suggerisce che questa figura potrebbe essere stata Sor María de Santo Domingo, una mistica e riformatrice ecclesiastica dell’epoca, la cui spiritualità centrata su Gesù ha potuto ispirare Ignazio a cercare un incontro personale con Cristo.
Il secondo episodio analizza il ritorno di Ignazio ad Azpeitia nel 1535, evidenziando il contributo delle “seroras”, donne laiche che svolgevano ruoli pastorali e catechetici nella comunità basca. Queste donne non solo si prendevano cura delle parrocchie, ma educavano anche le giovani e gestivano attività caritative, dimostrando un’importante interazione tra il sacro e il secolare.
Infine, il documento si concentra su Isabel Roser, la prima donna menzionata nell’Autobiografia. La sua relazione con Ignazio è descritta come fondamentale per lo sviluppo delle sue idee sulla Società di Gesù. Attraverso la corrispondenza tra i due, emerge una profonda amicizia e un legame spirituale che ha influenzato la missione della Compagnia.
STUDI E RICERCHE
ANDREA CANALES EMŐDY, El acompañamiento espiritual y su relación con la oración del corazón en el pensamiento de Péter Mustó
Il testo analizza la vita e l’eredità di Péter Mustó, un gesuita ungherese che ha dedicato la sua vita all’accompagnamento spirituale e alla preghiera del cuore. Nato nel 1935 in Ungheria e morto nel 2023 in Germania, Mustó ha vissuto esperienze significative come migrante a causa dell’occupazione russa, che lo hanno portato a esplorare nuove culture, in particolare in America Latina. La sua opera si distingue per la sua multidimensionalità: è stato missionario, scrittore, poeta e un accompagnatore spirituale di grande impatto.
L’articolo sottolinea due incontri chiave nella vita di Mustó: il primo con il padre Franz Jalics, che ha influenzato profondamente il suo approccio alla spiritualità contemplativa, e il secondo con le persone che ha accompagnato spiritualmente. Mustó ha sviluppato un metodo di accompagnamento che si intreccia con la preghiera del cuore, sostenendo che quest’ultima è essenziale per una vera connessione con Dio e con gli altri.
Le idee fondamentali del suo pensiero includono l’attenzione radicale alla persona concreta, la presenza operosa di Dio nella vita interiore dell’individuo, il valore rigenerativo del silenzio e la maturità necessaria per chi accompagna spiritualmente. Mustó enfatizza l’importanza di un ascolto empatico e della creazione di uno spazio sicuro per il dialogo interiore, evitando direttive o analisi invasive.
In conclusione, l’articolo invita a scoprire l’eredità di Péter Mustó attraverso le sue riflessioni sulla preghiera del cuore e sull’accompagnamento spirituale, evidenziando come la sua vita sia un esempio vivente dei benefici della contemplazione e della presenza autentica nelle relazioni umane.
PÉTER MUSTÓ S.I., La oración del corazón y el acompañamiento espiritual
L’articolo si concentra sull’importanza dell’accompagnamento spirituale e sulla modalità in cui devono avvenire le conversazioni in questo contesto. Mustó sottolinea che le conversazioni dovrebbero avvenire in ambienti privati e tranquilli, evitando distrazioni e garantendo un’atmosfera di sicurezza per la persona accompagnata. La durata delle conversazioni può variare, ma è essenziale che la persona si senta ascoltata e supportata, con il tempo necessario per esprimere i propri pensieri e sentimenti.
Un aspetto cruciale dell’accompagnamento è la distinzione tra preghiera e terapia; la preghiera deve essere centrata su Dio per avere un effetto terapeutico. L’accompagnatore non guida il processo interiore, ma lo accompagna, rispettando il cammino spirituale della persona. È fondamentale che l’accompagnatore abbia esperienza personale di accompagnamento e preghiera, per poter offrire un supporto autentico.
Mustó evidenzia anche l’importanza del silenzio durante l’accompagnamento spirituale, poiché consente alla persona di riflettere e di entrare in contatto con le proprie emozioni. L’accompagnatore deve ascoltare attentamente, senza interrompere o forzare la conversazione, creando uno spazio sicuro per l’espressione autentica. La comunicazione avviene su diversi livelli, e il silenzio può rivelarsi un potente strumento per facilitare la crescita personale e spirituale della persona accompagnata.
RIFLESSIONI E TESTIMONIANZE
MICHELE BORTIGNON, Aggiornare gli Esercizi?
Il testo affronta la necessità di adattare gli esercizi spirituali ignaziani alle sensibilità contemporanee, mantenendo una fedeltà creativa alla tradizione. L’autore sottolinea che l’uomo moderno, spesso ferito e in cerca di affetto, deve intraprendere un percorso di salvezza che passa attraverso l’amore e la comunione. Il messaggio centrale è che la vera salvezza si trova nel “noi”, piuttosto che nell'”io”, e che Cristo deve essere visto come un compagno di viaggio che guida verso la guarigione.
L’Autore propone una riformulazione delle tappe degli esercizi spirituali, enfatizzando l’importanza della misericordia divina e della relazione personale con Dio. Ogni fase del percorso è descritta in dettaglio, dalla consapevolezza del proprio disagio alla scoperta della propria missione nella comunità. Egli evidenzia anche l’importanza dell’accompagnamento spirituale, che deve essere un processo attivo e coinvolgente, piuttosto che un semplice trasferimento di conoscenze.
Il testo invita a riflettere su come le esperienze relazionali passate influenzino il nostro modo di relazionarci con Dio e con gli altri, suggerendo che un incontro autentico con il divino può trasformare le ferite in opportunità di crescita e amore condiviso.